Lukas Zanotti
Breve
biografia apocrifa di Lukas Zanotti
1970
Nasce
in anticipo, perché ansioso e preoccupato d’arrivare in ritardo
all’appuntamento con il destino, nella Città più antica della Regione Dorata.
Il
padre, Adamo, commerciante in cavalli, e la madre, Eva, insegnante in pensione,
accarezzano il sogno di fare un figlio malato cronico; Venere, ascoltandoli
stupita, esaudisce subito tale desiderio.
Si
può dire di lui che cominciò a disegnare quando cominciò a ragionare, che
cominciò a ragionare quando cominciò a camminare, che cominciò a camminare
quando cominciò a parlare, e che cominciò a parlare quando cominciò a
disegnare.
Essendo
nato in anticipo, per i primi di dicembre è già completamente adulto e formato
e destinato all’arte, tutto a sua insaputa ovviamente.
1971
Fu
per molte ore del 16 aprile alla testa del movimento pittorico denominato
“Onirismico”.
Collabora
ai periodici: “La Candela”, “Soffitta Macabra” e “Cantina Macabra” di cui
diviene membro del gruppo omonimo. Non dorme l’intero anno e passa le notti a
scrivere ed a disegnare o dipingere; una abitudine che lo accompagnerà per tutta
la vita.
1972
Consegue
i seguenti premi: 1. Premio Decennale Gruppo Bianco e Nero, 2. Premio Biennale
Naz. Circolo Nero Azzurro, Oscar come miglior pittore non protagonista a
Montecatini Terme.
Partecipa
a varie rassegne internazionali (in prevalenza estemporanee) a S. Biagio,
Trinità Soliera, Ciano d’Enza e Martina Terme.
1973
Premi
conseguiti: 1. Premio Concorso Portici di Borgata, 2. Premio Galleria Vecchia e
Decrepita, 6. Premio Concorso Internazionale di Camoglio, 4. Premio Trofeo
Caserma d’Inverno, Diploma di merito al Concorso “Parco sporco” di Città Santa.
1974
Partecipa
con successo a diverse collettive tra cui citiamo la seconda e la terza
Edizione de “Il Pavone d’Oro”.
Frequenta
i corsi popolari di disegno, pittura e scultura; ogni giorno, all’approssimarsi
dell’orario di chiusura, si intrufola nella Grande Biblioteca di Babilonia
inferiore e qui, nascosto, ci rimane tutta la notte per studiare vecchie enciclopedie
medioevali o manuali esoterici. Si laurea con il massimo dei voti
all’Università di Bologna e grazie al professor De Paz, suo ammiratore, espone
nelle più importanti rassegne nazionali e internazionali.
Diviene
componente del Gruppo internazionale G.I.O.I.A.A.M.A.R.A.
1975
E’
a Rodi, chiamato a decorare la villa del Profeta ed il Grande Albergo delle
Rose.
Premi
e partecipazioni: 5. Premio esposizione di Collebeato, 3. Premio estemporanea
Compiano di Gonzaga Cremosa, Premio Rizzotti-Rizzotto-Rizzotta, Mostra Naz.
Dell’Ente Turismo di Palazzolo del Siarca, 8. Premio a “Mondialmineraria
1976
E’
presente a Boario Terme ma solo per qualche istante, poi scompare.
Premiato
alla Biennale Teleuropa, 1. Premio per il Cinismo alla Mostra Arte Medica,
consegue una borsa di studio dal Comune di S. Romolo, che però per motivi
personali egli rifiuta sdegnato e inviperito come non mai.
1977
E’
ad Africale Asiatico ove fonda una scuola di Frammenti che alla fine si
uniscono.
Superato
un difficile intervento chirurgico, entra in un lungo periodo di angoscioso
turbamento che lo porterà all’assassinio del pagliaccio Hermann, la giraffa
corvina e il maiale ventriloquo del Circo Medrano.
1978
Compie
diversi viaggi di lavoro fuori casa e nei Tropici Umidi Ungheresi.
Collettiva
Pittori Non Contemporanei, Medaglia d’argento al Gran Premio “La Tavolozza è
inutile”, Coppa dei Monti al Concorso Nazionale di Fortezza Vecchia.
1979
Tra
le 16.00 e le 18.00 del 22 settembre diventa pittore naif.
1980
Attestato
di partecipazione al Concorso Primo Premio Pittura Estiva “Bilancia d’Argento”
di Serese, 1. Premio assoluto alla Rassegna del Miniquadro di Cazzata sul
Crostolo.
Anticipatore
di nuove esperienze viene eletto caposcuola di una nuova tecnica indefinibile.
1981
Raggiunge
una purezza e una finezza espressiva che lo pone al livello dei nostri peggiori
artisti contro corrente. Più che dipingere, egli scrive. Più che scrivere, egli
ascolta. Più che ascoltare, a lui piace parlare. Ma più che parlare, egli
preferisce sparlare. Sparlare in totale silenzio.
1982
Per
12 mesi dimora nella propria casa.
Rappresenta
ufficialmente l’Italia alla Mostra Internazionale, partecipa su invito alla
mostra estemporanea dell’Università del Tempo Libero di Fodena, viene segnalato
alle autorità giudiziarie come non premiato alla III Biennale Internazionale
del Trittico Sessuale.
1983
Viene
insignito della Legion d’Oro Massiccio, vince il Concorso Nazionale per la
decorazione ad intarsio marmoreo di una stella a strisce nel Palazzo
INPS-E-OPS.
1984
Gli
viene assegnato l’Oscar MIK MAK per la pittura, viene intervistato dal Servizio
Cinegiornale.
In
occasione della sua prima personale all’estero, egli rimane a casa per non
perdere le repliche del noto telefilm americano “Happy Days”.
1985
Aderisce
al Futurismo, all’Espressionismo, al Surrealismo e al Dadaismo, anche se in
ritardo.
Diventa
membro della Società Medici Fasulli di Pagiri, espone al 50. Salone di Estetica
e Bellezza in una rinomata via del centro storico.
1986
Nonostante
la sua attività sia sfavorevolmente seguita dal pubblico e dalla critica
terrestre, ottiene lusinghieri riconoscimenti presso i marziani e i venusiani:
2. Premio alla Mostra del Circolo Forestieri dell’Azienda Autonoma di Soggiorno
Marte, 5. Premio Città di Cinisello Venusiano.
1987
Prigioniero
di guerra (XIV Crociata Santa) nel campo di Hereford, stringe amicizia con
Francesco Petrarca, indirizzandolo sulla via della letteratura anziché su
quella della criminalità disorganizzata.
1988
Sue
opere vengono ritrovate in varie collezioni private e pubbliche, soprattutto in
ambienti psichiatrico-ospedalieri svizzeri e tedeschi.
Esegue
diverse copie di dipinti celebri come: I gatti gemelli dello Starnuto,
Ballerine del Baldràc e La carcassa di mio suocero di Tiziano Mandelli.
1989
Tra
i premi più importanti: 7. Premio ex aequo MTI (Momento Tradizionale Italiano),
Medaglia di Bronzo al Premio Arturo Morsicati di Ghedi, 4. Premio “La Colonna
Caduta” di Nuova Firenze (Florida).
1990
Diventa
fra i più validi collaboratori delle Edizioni Panini Modena, distribuendo
ingenti quantità di figurine. A giugno torna a Bologna, si stabilisce in un
vecchio edificio abbandonato di via Orsoni, rinasce e comincia la sua seconda
vita.
1991
A
soli tredici anni, per ragioni di guadagno, inizia a lavorare nella miniera di
lignite di Acquasparta; dopo poche ore viene licenziato per anzianità non
manifesta. A Bologna si trasferisce in piazza S. Martino.
Premio
Lanzone della Corte e Mascalzone della Morte.
1992
Hanno
parlato di lui i critici, i cinici, le cimici.
Figura
sul Catalogo Nazionale di Ieri, l’Annuario dell’Almanacco, l’Elenco della
Spesa.
Scoppiata
la Guerra dei Portici, vi prende parte, ma poi viene internato in India.
Tornato in Italia tiene la sua prima personale a Comaroma, nella prestigiosa
Vetrina dei Pazzi, dove riscuote consensi assurdi e plateali.
1993
La
sua pittura si va intanto trasformando: partito da nord-ovest si orienta verso
sud-est.
Intervistato
dalla RAI e Servizio Cinegiornale.
1994
Torna
ad essere autodidatta per motivi familiari e dopo aver frequentato un ciclo di
riunioni artistico-culturali presso lo studio del Prof. Scroppo.
Personali
alla Galleria Casa Mia di Gallarate, Amici dell’Arte di Gallarate, Galleria
Comunale di Gallarate.
1995
Richiamato
in guerra, la febbre spagnola lo tiene per molti mesi nell’ospedale di
Piacenza. A Ravenna il Generale Cottignoli lo nomina Colonnello Difensore
dell’Albero Solare e gli dona la Contea del Tirolo.
1996
Con
la sua compagna, scomparsa prima di nascere, porta in salvo tartarughe randagie
nel nordest della Siberia Pennsylvania. In marzo si trasferisce in un ranch,
tra le montagne deserte del Nevada, dove vive del tutto appartato e cercando di
trovare delle domande alle sue interne ed insistenti risposte. Tra giugno e
settembre riprende a disegnare ed inizia a suonare il sassofono.
1997
Premi:
Coppa e Diploma della “Nuova Frontiera”, Grande Medaglia d’Oro e Diploma
d’Onore del Collegio Nazionale dei Periti dell’Assurdo Associati.
Riconoscimenti:
qualche parola falsa di apprezzamento, due grazie, un bello!
Diffusione
delle opere: nella testa di un bambino sconosciuto, sulla Luna, il resto nel
cestino.
Mostre
personali: ovunque, di nascosto, nelle chiese, nei cessi pubblici.
1998
Insegna
per alcuni giorni come allacciarsi le scarpe presso la scuola di avviamento
professionale di Vecenza. Dopo una mostra, improvvisata sotto il ponte Resia
della sua città natale, di pastelli raffiguranti persone oranti, viene
arrestato per vilipendio religioso ed atti osceni in luogo pubblico. Gettato
dalle cronache nazionali ed internazionali al pubblico ludibrio, i genitori
muoiono e lui perde casa lavoro moglie figli e un gatto.
1999
Decide
per la seconda volta in vita sua di tornare autodidatta. In gennaio riceve la
Medaglia aurea ed il Premio Finale della città di Safonno. Devastato
psicologicamente da una rara malattia moderna, si ritrova a lavorare come
portuale e minatore per alcune settimane, quindi come ricercatore di nuove
forme riflesse e rimosse. Quattro giorni prima del suo compleanno rilascia una
breve intervista all’amico Franz Kafka (qui sotto pubblicata), in cui annuncia
la volontà di sparizione; esattamente poi il giorno del suo compleanno, 26
aprile, scompare e si perdono totalmente le sue tracce. Da allora, innumerevoli
avvistamenti, quasi tutti improbabili e non adeguatamente documentati. Le
Autorità Superiori preposte dal Grande Stato Sovrano, da dieci anni oramai,
hanno deciso di considerarlo ufficialmente emigrato su Pianeta Sconosciuto.
Questa
l’ultima intervista rilasciata da Lukas Zanotti, quattro giorni prima della sua
misteriosa scomparsa, all’amico d’infanzia Franz Kafka, che oggi vive nascosto
sotto mentite spoglie con il nome di Claudio Parentela.
Cosa è per te la
conoscenza?
Più
ci si riempie di conoscenza più si è vuoti d’intelligenza e succubi della
purulenta moralescenza. Mi vedo sempre più accerchiato da ignoranti, ossia da
persone che credono di raggiungere la sapienza tramite la conoscenza e in tale
direzione diventano poi selettivi ed esclusivisti. La sapienza si raggiunge non
in base a ciò che leggi o guardi o ascolti, ma a come lo leggi lo guardi od
ascolti. Anche l’oggetto più banale può portare ad esperire la somma sapienza
ed i veri maestri mistici si limitano a suggerire questo percorso, mai a
spronare alla conoscenza, che considerano il veleno della sapienza.
La morte è un tema che
affronti spesso nelle tue opere, cosa pensi della morte?
Perché
aspettare? Cosa aspettare? Certo nell’aldilà del futuro io sarò morto e voi
ancora vivi in questo mondo mi tributerete gli onori che si convengono ai
grandi geni artisti scrittori non riconosciuti in vita; mi scoprirete mi
vivrete mi terrete imbalsamato nel salotto, leggerete i miei libri, lotterete
per una mia opera. Ma perché aspettare questo aldilà? Perché aspettare la mia
morte? Io mi appendo capovolto come un pazzo matto eremita, sul carro del sole
trasportato da Satana. Invece di vivere questo inferno e sognare il paradiso,
invece di vivere la vita e sognare la morte, io decido di vivere la morte e
sognare la vita, vivere l’aldilà e sognare il mondo la realtà. E mi godo la mia
morte già adesso, non ho tempo né voglia d’aspettare. Mi godo la morte già
adesso!
Esiste secondo te dio?
La
sola cosa che siamo in grado di condividere è la Bestia e Amore può solo
esserci nell’atto della condivisione. Amore è Dio. Dio è Bestia. E come recita
il tesoro di Dhikr abbandonato di nascosto nella mia mente: io sono la Casa di
Dio e mi chiamo Cuore. Il Cuore è un Giardino con al centro un divano dove stanno
seduti il Re e due Ministri, Luce e Tenebra.
Tu quasi sempre regali
o abbandoni i tuoi lavori, perché?
Condividere,
nella sua accezione più profondamente spirituale, è l’unico sentiero lastricato
di felicità; condividere è la sostanza della nostra essenza, senza non ci è
possibile raggiungere la pienezza dell’identità. Paradossalmente sono cultura e
società che ce ne allontanano, tramite il verbo del moltiplicare e trattenere,
dell’imperativo del possedere; natura ed istinto, invece, conducono
inevitabilmente all’uso ed abbandono, all’accumulare per disseminare, al
condividere, possedere per perdere.
Quale è stato il tuo ultimo
sogno che ricordi?
Un
mucchio di polizia per strada. Pare raccolgano informazioni e indizi su
qualcuno sospettato. Non capisco. Non dovrei aver fatto errori. Probabilmente
non sono io quel qualcuno. Ma comunque non mi sento tranquillo. È notte. Vado a
letto, a pensare e preparare una eventuale e necessaria linea difensiva.
L’indomani finalmente alcuni poliziotti mi rivolgono la parola. Mi chiedono di
un fax partito quel giorno dall’ufficio alle ore 15.20. Orrore, l’avevo
dimenticato. E adesso? Mi sveglio.
La tua filosofia di
vita?
Mi
ripeto: disseminare, dissolvere, dissipare, sperperare! Il mio destino, la mia
volontà è dissipare tutto ciò che possiedo, vita compresa. Non ho nessun erede,
sono un serbatoio di energie ed eresie, insomma, la vita è spirito che brucia
un corpo. E comunque, esserci ne è valsa la pena! Condivido l’arte di perdere,
come suggerisce bene Elizabeth Bishop, ossia l’accettazione della rinuncia; il
segreto è di perdere qualcosa ogni giorno (dove perdita è guadagno, guadagno di
un frammento di vita consumata) e le cose perdute sono sempre più numerose e
importanti, finché si arriva alla perdita finale.
Svelaci alcuni aspetti
del tuo modo di lavorare.
Lavoro
per cicli, ossia su una ossessiva ricerca sinonimica, sulla sottolineatura,
sulla tra-duzione in senso etimologico, sul bisogno di marcare e rimarcare il
segno, la parola, come avessi paura del vuoto, del silenzio. E poi descrivo il
corpo della nostra vita, questa contiguità e coesistenza e in certi casi
identificazione dell’ordinario con lo straordinario.
Credi nella verità?
Quale è la verità di un’opera d’arte?
Solo
i Misteri sono insegnamenti, ossia Verità; la Verità quindi è impossibile da
rivelare. Il Dio rivelatore di Verità è una truffa. Solo i tuoi Misteri sono la
Verità, ossia Dio. La Verità è incarnare il Mistero. E se c’è Mistero c’è Arte.
Mistero e vita dunque?
Sì,
e quattro sono i Misteri che urlano perennemente il silenzio della Verità. Sono
loro che remano la Vita. Giallo, Verde, Rosso e Viola. Noi siamo Vita, non un
grammo meno del Tutto.
Tu sei e ti definisci
fondamentalmente un animale profondamente misantropo, perché?
Mi
piace spiazzare la gente; faccio loro credere d’essere in un modo, per poi
all’improvviso comportarmi diversamente, all’opposto spesso. Gioco e smaschero così
i loro preconcetti; l’intolleranza e la selettività sono ormai ovunque
l’essenza morale ed etica imperante. Non è invece nella mia grammatica
spirituale essere conseguente, coerente, continuo e delimitante. Per questo
sono incomprensibile alla gente.
Ultima domanda:
progetti futuri?
Svanire
nel nulla, far perdere le mie tracce, uscire dalla circolazione, partire,
tagliare la corda, volatilizzarmi e mettermi in salvo, tramontare, tuffarmi ed
immergermi come nebbia sulle cime, prendere il volo, uscire di scena e
disperdermi. Rimanere latitante.